Intendiamo, con la presente nota, fare chiarezza una volta di più sulla situazione economica e sulle strategie operative della nostra società. Senza polemica ma con fermezza, per sollevare - si spera una volta per tutte - la nebbia di incertezza, voci a mezza bocca e notizie talvolta assurde che abbiamo avuto modo di ascoltare o leggere su parte della stampa locale.
Al centro della questione, vi è l'ormai ben noto ipotetico spostamento di sede del nostro club nella città di Livorno, e le motivazioni che ci hanno portato a prendere in considerazione questa eventualità. Motivazioni economiche si è detto. Elemento vero, nella radice, ma limitativo nella considerazione del progetto per intero considerato, nonché riportato in maniera talvolta abnorme e sconsiderata nell'entità numerica.
Sul punto teniamo a precisare come la nostra società sia sana. Sana. Lo diciamo - ci si permetta - con orgoglio. E nella volontà di rispettare prima di tutto gli sforzi dei tanti amici grandi e piccoli che ci hanno aiutato in tanti anni con il loro apporto di sponsorizzazione. Lo diciamo per tutelare Aziende ed Enti come Termomeccanica, Cassa di Risparmio della Spezia e Contship che tanto hanno fatto per il tessuto sociale della nostra città e per la nostra società in particolare e per tutelare inoltre tutte le altre Aziende che a partire da Fumanti di Aulla, primo storico sponsor della promozione in Serie A2, sino agli ultimi, solo in ordine di tempo e non d’importanza, affezionatissimi partner quali La Lince, Sicurproject, Acquedotti Tirreno e tutti gli altri che hanno nel tempo sostenuto la nostra attività.
Siamo stati in grado, con l'aiuto mai sprecato di questi apporti, di onorare sempre e puntualmente gli impegni assunti con atlete, tesserati in genere e fornitori. Siamo stati in grado di costruire una realtà che è diventata un modello, nel suo piccolo, nel panorama del basket italiano femminile. Una realtà fatta di una prima squadra che ha illustrato il nome della Spezia in ambito nazionale ed internazionale. Una prima squadra in cui tante giocatrici brave sono passate, ricordando sempre con affetto la nostra struttura dal giorno dell'arrivederci, e in cui alcune giocatrici perfino hanno desiderato approdare rinunciando ad offerte più vantaggiose da altri club. Siamo stati in grado di costruire un settore giovanile che negli anni ha creato talenti, costituito un punto di riferimento sociale per tante famiglie, raccolto onore in ambito nazionale.
Questa è l'eredità che ci sentiamo di aver portato nel nostro presente. Eredità della quale siamo orgogliosi e che intendiamo assolutamente tutelare.
Purtroppo, come talvolta può succedere, specialmente in tempi di crisi generalizzata dell'economia, il reperimento di fondi per mantenere la struttura si è fatto, anno dopo anno, sempre più problematico. Abbiamo cercato, con educazione e determinazione, nuovi partner che volessero legare il loro nome alla nostra realtà. Ma di fronte alla defezione di alcune aziende, ci siamo trovati a non avere la certezza di un budget coperto per l'immediato futuro.
Due cose restano certe. La nostra volontà di non smantellare la società né ridurre gli obiettivi: tutt'oggi riteniamo di aver allestito una squadra altamente
competitiva per la prossima stagione. E la nostra volontà di continuare a comportarci in maniera seria nell'onorare gli impegni assunti.
Di fronte all'assottigliarsi progressivo dei fondi a nostra disposizione, ci siamo quindi visti costretti a cercare soluzioni strutturali. Abbiamo pertanto, in un primo momento, cercato di coinvolgere nella nostra organizzazione gli amici dirigenti del club di Livorno, una società che ci è affine per modo di pensare la vita nella pallacanestro. Abbiamo cercato di invogliarli a darci una mano studiando una sinergia sul territorio della Spezia. Successivamente abbiamo valutato, e stiamo valutando tutt'ora, la possibilità di spostare il vertice della nostra struttura, ovvero la prima squadra, nella città toscana, mantenendo per intero alla Spezia tutto l'apparato delle giovanili nonché una squadra di A2 che possa essere anche la base di partenza per un nuovo rilancio. All'insegna di una continuità di intenti e obiettivi che non è venuta meno.
Da più parti ci è stato domandato del perché non sia stata da noi avvertita l'esigenza di lanciare un grido di allarme alle istituzioni locali, prima di prendere decisioni drastiche come lo spostamento di sede. Pur capendo la buonafede di queste obiezioni, riteniamo che non sia compito della politica farsi carico di tali problemi. Abbiamo avuto sempre, ogni volta che è stato nella pertinenza della politica fare qualcosa, una pronta e efficiente risposta delle istituzioni. Con una scelta di sobrietà, abbiamo ritenuto non opportuno battere i pugni senza averne diritto, specie in un momento in cui ciò poteva essere malinteso come un tentativo di abbordaggio piratesco alla barca delle sfortunate vicissitudini dello Spezia Calcio.
Alcuni ci chiedono se si possa fare ancora qualcosa per rimediare alla situazione. Rispondiamo di sì, ma con chiarezza diciamo che non ci aspettiamo e non chiediamo niente, perché non è nel nostro diritto aspettare o chiedere qualcosa. Né riteniamo ci sia un qualcosa da rimediare.
Stiamo cercando solo di salvare la nostra struttura mantenendone l'alto standard raggiunto. Questo solo scopo perseguiamo, e lo vorremmo fare in silenzio, senza strepitii.
Per questo ci rammarichiamo che su alcuni organi di stampa sia stata clamorosamente travisata la natura delle cose, per di più associando il nostro nome e quello dei nostri principali sponsor, a termini come "fallimento" o azzardando incredibili cifre su fantomatici buchi di bilancio.
Questo anche alla luce del fatto che, in tanti anni - e qui ci si conceda l'unica punta polemica - la stampa locale non si è distinta per la scarsa rilevanza che i nostri tanti risultati positivi hanno avuto in termini di riconoscimento mediatico.
Mentre ora - purtroppo - si sparano titoli a nove colonne facendo il necrologio alla nostra società: ciò risulta duro da accettare da parte di testate che non sempre ci hanno considerato nel bene o quantomeno non con la dovuta rilevanza, o che perfino ci hanno negato il diritto ad essere chiamati col nostro nome.
Noi abbiamo sempre però capito tutto e tutti senza mai protestare pubblicamente in maniera chiassosa e polemica, chiedendo e magari anche lamentandoci solo con i diretti interessati, in privato, con grande educazione e comunque mantenendo sempre correttezza professionale verso tutti i media anche quando tra le nostre fila dirigenziali, in qualità di addetto stampa, si sono avvicendate persone legate ad una anziché ad un'altra testata giornalistica della nostra città, o come nel caso di questa ultima stagione in cui per la prima volta abbiamo deciso di esporre sulle nostre divise da gara, in qualità di co – sponsor, il nome di un quotidiano che ci ha permesso, con questa collaborazione di poter dare maggior visibilità sia alla nostra attività sia alle Aziende che ci sostengono con entusiasmo e sacrificio.
In questo momento difficile ci attendiamo solo un po’ di rispetto per quanto abbiamo sempre fatto e un po’ di comprensione per le scelte che nostro malgrado potremmo fare .
Sperando di aver fatto chiarezza, ribadiamo come la fine del "progetto Termocarispe" sia lontana da addivenire e auspichiamo che i nostri tifosi, vero polmone della nostra passione, possano aver inteso l'idea di continuità che sottende le nostre scelte.
Gian Marco Pagani
Presidente
Basket Spezia Club
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