mercoledì 30 aprile 2008

ntervista al Presidente dello Spezia Tarros Danilo Caluri

LA SPEZIA – E’ un grande traguardo quello raggiunto dallo Spezia Basket Club Tarros alla fine della regular season: 4° posto in classifica, ma soprattutto, una serie di prestazioni che hanno saputo regalare ad un pubblico sempre più affezionato un’ottima pallacanestro.
Nessuno meglio del Presidente Danilo Caluri, che da 23 anni tiene in mano le redini della Società, può commentare l’andamento di questo campionato 2007-2008, che si avvia verso la sua fase più importante.
Prima dell’inizio dei play off (gara 1 dei quarti prevista al “Palataroni” di Collegno domenica 4 Maggio contro l’Iscot), il numero uno bianconero ha concesso a Speziaonline.it un’intervista in cui commenta non soltanto la corrente stagione e la sua lunga carriera di dirigente, ma anche la situazione del basket e dello sport nella nostra provincia.


- Dopo l’ultimo turno contro Moncalieri, lo Spezia Basket Club si è classificato al 4° posto del girone. Un ottimo risultato che va al di là delle aspettative d’inizio stagione. Poteva immaginare solo pochi mesi fa di raggiungere questa meta?

Abbiamo iniziato questo campionato puntando ad una salvezza tranquilla, visto il precedente dello scorso anno. A questo punto, ci troviamo non solo nei play off, ma anche al 4° posto; al di là di quanto ottenuto, siamo consapevoli di avere una squadra che non si preclude alcun risultato. Siamo soddisfatti del lavoro e del gruppo che abbiamo costruito. In questa settimana ci giocheremo tutto, l’obiettivo è di raggiungere la semifinale, siamo carichi e motivati.

- Quando ha capito che i play off erano alla portata della squadra?

Fino a quando non si conoscono i giocatori, e non si hanno sottomano, è difficile individuarne fino in fondo le caratteristiche. Non appena ho verificato sul campo le capacità di Dell’Era, Lucarelli e Venturelli, ho capito che eravamo competitivi. Penso di avere in squadra elementi di altra categoria.

- Qual è il punto di forza di questa formazione?

Certamente il collettivo: la squadra è costituita da 12 ragazzi unici, sia dal punto di vista umano che da quello tecnico. Si amalgamano fra loro perfettamente.

- C’è qualcosa che cambierebbe in questa squadra?

Non cambierei alcuna cosa, è il migliore gruppo che ho avuto in 23 anni di gestione, sia nella tecnica che nel carattere dei singoli.

- Fra tutte le avversarie dello Spezia Basket, quali squadre l’hanno colpita?

Fra le nostre antagoniste ci sono certamente ottime formazioni; quelle che mi hanno entusiasmato di più sono Moncalieri, Cus Torino, Iscot Collegno e Garlasco. Fra i giocatori, farei il nome di Marcello (Cus Torino, n.d.r.) su tutti, anche se ci sono altri atleti degni di nota.

- Nel corso della sua esperienza ventennale nella conduzione del club, qual è stato il momento più esaltante?

Ogni volta che riparte la stagione, realizzo il sogno di ricostruire la squadra. Credo che alla Spezia sia un miracolo fare tutto questo; per tutti i campionati, non so mai se la prossima stagione ci saremo: è un cruccio e contemporaneamente un momento esaltante da 23 anni; spesso i risultati altalenanti dipendono da questo.

- Ci sono stati quest’anno momenti difficili per il basket spezzino, che lotta contro i problemi ma resiste. Che ne pensa di questa situazione?

Quando mi confronto con le altre realtà cestistiche, vedo in loro l’orgoglio nel sostenere il proprio prodotto; da un lato so che anche io dovrei manifestarlo, ma non esiste società gestita da un’unica persona nel campionato nazionale di C1. Senza nulla togliere ai miei collaboratori, per gestire gli adempimenti sono da solo.
La città crescerebbe lasciando più spazio alle persone oneste, invece tiene conto solo di certi parametri, del legame fra amico, cugino, parente, e ci rimette.

- E come vede lo stato dello Spezia Calcio, rappresentante di un altro sport importantissimo per la nostra provincia?

Da spezzino vorrei vedere la nostra squadra in Serie A, per avere una città di Serie A. Sarei orgoglioso di vedere lo Spezia giocare contro le grandi squadre metropolitane. Per quel che riguarda la società, reputo Quber una persona intelligente, ma il suo ultimo intervento sulle televisioni locali nei confronti delle aziende è stato eccessivo, una caduta di stile censurabile e non condivisibile. Nonostante questo, continuo a stimarlo. Ho nel cuore la società costituita dai tifosi, che lavorano durante la settimana per sostenere questo sport a cui si dedicano seguendo un ideale.

-Per concludere, quale auspicio ha Danilo Caluri per il futuro dello Spezia Basket Club?

La più grande soddisfazione non sarebbe tanto arrivare in una categoria superiore, quanto portare più spezzini possibile a seguire la nostra squadra, ed esser un faro per tutti coloro che praticano questo sport e vedono in noi un esempio da seguire. Dopo tanti anni come leader della pallacanestro maschile provinciale e regionale questo ci regala una grande soddisfazione.



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